Resoconto Stampa Workshop Ventotene 17 settembre 2020

30 settembre 2020

Con le immagini dell’isola di S. Stefano e del Carcere riprese da un drone e realizzate da Invitalia, in sottofondo la colonna sonora “Mission” del Maestro Ennio Morricone, Silvia Costa, Commissario straordinario di governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex Carcere borbonico dell’isola di S. Stefano-Ventotene, ha aperto i lavori del workshop.

Alle spalle dei relatori, tre lavagne sulle quali appuntare: errori da evitare, idee/proposte; possibili partnership.

Il Sindaco Gerardo Santomauro salutando gli intervenuti, in una sala gremita, ha augurato che la progettualità per il recupero di S. Stefano si traduca in un “cantiere delle menti”.

E per un pomeriggio la Sala Terracini si è davvero trasformata in un laboratorio aperto e di confronto tra Istituzioni, Associazioni, imprenditori e cittadini chiamati a raccolta dal Commissario.

Dopo la visita al Carcere e l’omaggio alla tomba di Altiero Spinelli nel cimitero di Ventotene il Ministro per il Sud e per la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, rivolge il suo ricordo a Spaventa, a Settembrini, Spinelli e Pertini che hanno conosciuto

 chi la reclusione a S. Stefano e chi il confino a Ventotene: “ebbene, oggi ho pensato che lo stesso mare che guardavo io è stato visto dagli occhi di quegli uomini che espressero con la loro vita gli ideali di libertà ed immaginarono l’Europa in un momento atroce per il nostro continente. Questi luoghi hanno una storia che ci carica di emozione, ma anche di una responsabilità”. Il Ministro ha assicurato continuità finanziaria ed amministrativa al Progetto, avviato nel 2017 e ripreso in modo deciso perché “importante, non solo per l’opera in sé, ma anche per il valore simbolico che assume in questo particolare momento storico”. E citando il discorso di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, sull’abolizione del Trattato di Dublino, il Ministro conclude: “Quello che immaginiamo qui rappresenta un nuovo modo di stare nel Mediterraneo. Mai come oggi quell’Europa pensata a Ventotene sembra più vicina. Nessun uomo è un’isola, nessun Paese è un’isola: questo il messaggio che vogliamo dare”.

Da Bruxelles, David Sassoli

Il Presidente del Parlamento europeo ha voluto con un video messaggio assicurare la sua vicinanza ed il suo sostegno al Commissario ed al Progetto:

“L’Europa non è un’entità astratta, tutti dobbiamo impegnarci a difenderla, perché questo è il modo giusto per mettere in risalto il patrimonio di ciascun paese. Tutti i 27 Paesi membri vengono da lontano e hanno una grande storia. La potenza dell’Europa risiede nella possibilità di far emergere le differenze come valore aggiunto. Il patrimonio culturale è una parte importante della nostra identità comune, contribuisce a rafforzare quel senso di cittadinanza europea che proprio sugli scogli dell’isola di Ventotene ha posto le sue fondamenta”.

“La von der Leyen (Primo discorso sullo stato dell’Unione 19.9.2020) ha messo finalmente al centro i valori dell’Europa - ha detto Silvia Costa - ha promosso una concezione diversa dello sviluppo sostenibile e ha puntato sull’alta formazione delle giovani generazioni pensando agli investimenti a lungo termine. Ha pronunciato parole più audaci anche sui flussi migratori. La crisi provocata dalla pandemia può rivelarsi un’occasione per fare un salto di qualità. E noi, nel nostro piccolo, intendiamo far parte di quell’Europa”.

I quattro pilastri:

Il Commissario ha continuato il suo intervento illustrando i temi fondanti la sua missione (vedi Intervento Silvia Costa).

  • La forte identità e bellezza dell’ex Carcere borbonico di S. Stefano, il suggestivo Panoptikon ed il dovere di rispettarne la valenza storico-architettonica in una cornice paesaggistica da valorizzare.
  • Il dovere di trasmettere alle nuove generazioni quasi duecento anni di storia del carcere dai Borboni al direttore Eugenio Perucatti e l’idea d’Europa che prese le mosse nella vicina Ventotene. Due isole con storie intrecciate: l’obiettivo quindi di riannodare le fila in un progetto integrato per un'unica prospettiva di sviluppo e di nuova economia.
  • La grande responsabilità e il dovere di recuperare e valorizzare questo patrimonio con diverse modalità: un progetto espositivo sulla storia del Carcere, Alta formazione, Residenzialità artistica e di ricerca, valorizzazione ambientale.
  • La visione europea ed euromediterranea, come da mandato ricevuto dal Governo, ben ricordata anche nel messaggio del Presidente Sassoli. Ne è espressione la candidatura del Comune di Ventotene al Label del patrimonio europeo (Seminario, 16 settembre 2020, Centro polivalente Terracini - Ventotene), oltre al Manifesto lanciato a Ponza nei giorni scorsi insieme alla UPM (Unione per il Mediterraneo) e Fondazione PrimaMED

Integrato, partecipato, europeo. Queste le parole chiave del Progetto.

La parola al RUC, Giampiero Marchesi che ha illustrato le attività sin qui svolte confermando che “le realtà locali devono essere informate sempre su tutto anche sulle questioni più pratiche, che non sono mai neutre e, ritendendosi soddisfatto di essere in linea con il Cronoprogramma delle attività, ha anticipato che i primi lavori di “messa in sicurezza” potrebbero già partire da gennaio 2021.

L’Assessore Francesco Carta con delega al Recupero di S. Stefano afferma: “la nuova funzionalizzazione è opera complessa e straordinaria, quanto se non superiore alla stessa realizzazione del Carcere. Ma non potrà più essere solo la mano pubblica – ha sottolineato – ad occuparsi della struttura così come è stato nei due secoli precedenti. L’invito è perciò a pensare ad una gestione partecipata pubblico/privato ed il Comune di Ventotene è pronto ad accogliere qualsiasi forma di arricchimento e di partecipazione”.

I 5 panel:

“Questa è l’occasione da non perdere. La garanzia vera che questo progetto abbia un seguito, siete voi, la Comunità di Ventotene è chiamata a dirci come insieme si può costruire un nuovo scenario”. Così Silvia Costa ha introdotto i 5 panel dell’incontro:

  • Storia del carcere
  • Un’Idea d’Europa
  • Sostenibilità, innovazione e ambiente nell’Euromediterraneo
  • Ricerca, formazione e patrimonio culturale
  • Il ruolo degli Enti locali e degli operatori del turismo e delle imprese.

Tre minuti per ogni relatore, moderatrice la Consigliera del Commissario, Cristina Loglio, alla presenza, tra gli altri, dei 5 esperti selezionati per supportare Invitalia nell’elaborazione e poi redazione dello Studio di fattibilità:

  • Rita Biasi- Università della Tuscia
  • Stefano Baia Curioni - Università Bocconi di Milano e Direttore della Fondazione Palazzo Te di Mantova
  • Francesco Collotti - Università di Firenze
  • per Marco Causi (Università Roma 3, Associazione Economia della Cultura) erano presenti Alessandro Leon ed Elena Alessandrini.

1° panel:

Il primo a prendere il microfono, Salvatore Schiano di Colella, la “memoria storica” di S. Stefano. La guida ufficiale al Carcere che aveva accompagnato poche ore prima il Ministro in visita, ha immaginato una nuova vita per S. Stefano. “Un luogo che ha fatto storia, un luogo chiuso per troppo tempo dove la storia è stata nascosta e che ora deve aprirsi al mondo ed alle giovani generazioni”.

Pier Vittorio Buffa, giornalista e scrittore, nel Consiglio direttivo dell’Associazione S. Stefano in Ventotene, ha lanciato l’idea che si è aggiunta ad altre sulla lavagna, di fondare un Centro Studi sulla detenzione intestato ad Eugenio Perucatti, oltre al recupero dell’Archivio storico, conservato oggi a Cassino ed a un percorso di visita del Carcere che ricrei momenti e vissuti di quanti lì sono stati reclusi.

“Ciò che accomuna la storia delle due isole è la storia, anzi le storie degli uomini che hanno subito la detenzione e la deportazione coattiva ed il confino politico – ha detto la storica Filomena Gargiulo. Tra le due isole esiste un vincolo di sangue perché le idee di libertà che da esse sono state espresse e represse, sono passate attraverso gli uomini e le donne che hanno pagato con la loro stessa vita”.

 2° panel:

Gabriele Panizzi, vice presidente dell’Istituto Altiero Spinelli ha ben delineato la differenza tra Ventotene, luogo di confino, dal forte valore simbolico, dove nasce l’idea d’Europa e Santo Stefano, sede del carcere.

In video conferenza è intervenuta Giuseppina Paterniti, Direttore per l’offerta informativa della Rai, che ha ribadito la straordinarietà del progetto con le due isole al centro e l’importanza di conservare la memoria delle nostre radici.

“Il punto di forza della narrazione dell’Europa nel mondo è la diversità, – ha detto Roberto Vellano, Presidente di EUNIC (European Union Network Cultural Institutes) ricordando il discorso del Presidente Sassoli. “Eunic sarà tra i partners - ha continuato - ed i rappresentanti delle istituzioni culturali europee a Roma avvieranno studi, elaboreranno progetti specifici e si impegneranno per trovare le risorse necessarie”.

 “Tutti insieme possiamo accendere un faro sull’isola di S. Stefano, che è già un museo vivente – ha detto il Presidente dell’Associazione Nuova Europa, Roberto Sommella – dove sono stati reclusi pezzi del nostro Dna. E’ un libro a cielo aperto che Silvia Costa sta cercando di rispolverare e di consegnare al nostro paese”.

Ha concluso il panel il Presidente dell’Associazione per S. Stefano in Ventotene, Guido Garavoglia che, a sua volta, ha lanciato altre due proposte, doverosamente appuntate sulla lavagna: un’expo dell’Unione europea presso alcune celle restaurate del Carcere e riportate alla loro dimensione originaria, affidandone la gestione direttamente agli Stati membri partecipanti e la Residenze per studiosi e ricercatori che scelgono la quiete di S. Stefano per ultimare i loro lavori.

3° panel:

“L’isola di S. Stefano è Area Marina Protetta dal 1997 e Riserva Naturale dal 1999 ed anche oggi, a distanza di trent’anni, il progetto avrà il suo “capitolo verde”. Il Green deal europeo è un tema fra i più discussi in questo ultimo periodo e S. Stefano, nel suo piccolo, vuole esserci. Deve diventare il punto di riferimento e l’esempio per il Mediterraneo per uno sviluppo e per un’innovazione nel campo della tutela ambientale.” E’ quanto afferma Antonio Romano, Direttore Area Marina protetta e Riserva naturale delle isole di Ventotene e S. Stefano.

Grammenos Mastrojeni, Segretario Generale Aggiunto UPM (Unione per il Mediterraneo), descrive l’organizzazione che rappresenta, che riunisce 43 stati che si affacciano sul Mediterraneo. “Le ingenti risorse da allocare per contrastare il cambiamento climatico potrebbero diversificare le economie delle isole dell’arcipelago ponziano. Potrebbe sicuramente divenire un esperimento senza precedenti di buona gestione e politica ambientale. Ma per questo c’è bisogno di competenze giuste e quindi di formazione ad hoc per fare di Ventotene uno dei poli di traino per tutto il Mediterraneo.”

Fernando Spina dell’ISPRA in video messaggio ha ricordato quanti uccelli migratori transitano ogni anno e si fermano sugli scogli di S. Stefano e di Ventotene. “Rappresentano un bene che appartiene alla comunità. Da oltre 30 anni l’Ispra studia i fenomeni migratori; il sogno del recupero di questo Carcere su cui si posano questi araldi di messaggi di unione ed unità dell’ecosistema terrestre, ben si sposa con il progetto di un Centro di Documentazione, monitoraggio e studio delle connettività migratorie”.

Il Presidente del CoNISMa (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare) Antonio Mazzola vede il Progetto realizzabile con il coinvolgimento dell’intero isolotto di S. Stefano (parte pubblica e parte privata) e di Ventotene che da sempre sono inscindibili. “Deve essere un progetto sostenibile per dare una risposta al problema dei cambiamenti climatici in atto e realizzare un documento di pianificazione integrata; innovativo e con la partecipazione attiva di tutti gli abitanti.” E lancia l’esperimento di Ferdinando IV di Borbone in chiave moderna per selezionare, attraverso un Bando europeo un gruppo di famiglie che popolino S. Stefano, in funzionale integrazione con i ventotenesi.

Attività di ricerca e di innovazione tra le isole dell’arcipelago pontino è l’auspicio di Enrico Molinaro, Segretario Generale RIDE (Rete Italiana Dialogo Euromediterraneo) che sente il dovere di dare risposte concrete oggi più che mai, dopo la crisi economica e la pandemia, soprattutto ai giovani, donne e uomini del Mediterraneo che non trovano lavoro nonostante siano risorse anche ben formate.

Nicola Bosco, ingegnere e progettista di Ventotene che già da tempo aveva presentato delle idee, soprattutto in tema di produzione dell’energia, ha sottolineato la delicatezza dell’habitat di Santo Stefano che dalla chiusura del reclusorio avvenuta nel 1965 è ritornato completamente naturale. Assertore di una visione che integra gli aspetti naturalistici, storici ed economici del recupero di Santo Stefano punta sulla compensazione ambientale, a fine lavori, “per riequilibrare i disturbi arrecati all’ambiente naturale isolano”.

4° panel

“Predisporre gli strumenti che ci servono per costruire maggior consapevolezza dei luoghi, sia nella dimensione europea che italiana”, è quanto afferma Anthony Santilli referente dell’Archivio storico di Ventotene che, partendo dalla public history, mira ad ampliare il target dei fruitori. La ricerca scientifica di cui è portatore il Museo ornitologico di Ventotene è stata ricordata dalla sua Direttrice, Sara Riello.

Martina De Luca, della Scuola del Patrimonio Culturale Mibact vede in S. Stefano ed in Ventotene un luogo ideale per organizzare attività che hanno come oggetto la formazione dei nuovi professionisti del patrimonio culturale, ma anche di coloro che già operano nel settore. “Non ci interessa la logistica e basta - continua - ci interessa condividere un’idea e un progetto e fare di questo progetto, oggetto di formazione”.

Anche il CNR si rende disponibile a supportare il progetto - ha detto Maurizio Gentilini del dipartimento Scienze umane e sociali e Patrimonio culturale del CNR perché “senza ricerca non si può fare formazione”.

“Biblioteca come custode del sapere” per il Direttore della Biblioteca Nazionale di Roma, Andrea De Pasquale e, in aggiunta, “centro di servizi attivi per la cittadinanza soprattutto per i giovani e gli studenti”, per Paolo Cutolo, Direttore della Biblioteca comunale di Ventotene.

“L’importanza del Ministero dell’Istruzione in un progetto come questo è fondamentale perché questo luogo diventi anche un parco didattico per l’educazione alla democrazia ed all’idea di Europa”. E’ l’idea lanciata ed appuntata sulla lavagna, da Luigi Mantuano, vicepresidente SISUS.

L’isola di Ventotene, un ‘isola simbolo del libero pensiero che nell’esperienza dell’artista Maria Pia De Vito che da 13 anni la frequenta diventa il luogo di possibili sconfinamenti tra le arti.

Dall’opportunità di S. Stefano che con il progetto di recupero in corso può diventare un cantiere scuola al ruolo degli imprenditori locali che hanno aperto il 5° panel (vedi interventi in Programma link): Anna Impagliazzo e Andrea Biondo, imprenditori nel settore alberghiero e della ristorazione, hanno evocato l’esigenza di rivolgersi a target diversificati e hanno manifestato la volontà fattiva dei cittadini di Ventotene nel sostenere il progetto, seguiti da Mattia Matrone - imprenditore agricolo di estremo rigore biologico, e ancora da Rosa Magiar, portatrice della ricca esperienza dei campi scuola a contenuto ambientale ed ornitologico, che portano sull’isola moltissimi giovani.

Luca Masi ha assicurato l’impegno dell’ANCI per garantire il necessario coinvolgimento di tutti gli Enti amministrativi a partire da quelli locali. Francesca Ricci, Presidente della Lega navale Ventotene, ha sottolineato l’importanza di perseguire il recupero di Santo Stefano e al tempo stesso di tutelare gli ecosistemi di entrambe le isole di Ventotene e Santo Stefano. “Bisogna affrettarsi, il tempo non è molto. Per la prossima primavera dovrà essere tutto pronto: l’avvio dei lavori per la messa in sicurezza, l’approvazione del piano di fattibilità e l’edizione del bando per il concorso di progettazione”.

Dal confronto sono emerse esperienze diverse e tanta disponibilità a credere ed a investire nel progetto per la rinascita di S. Stefano e la valorizzazione e sviluppo connessi con l’isola di Ventotene.

Partecipazione corale, interesse evidente a condividere programmi ed azioni: tutto riportato sulle tre lavagne. L’obiettivo del workshop può dirsi raggiunto.

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