L'intervento della Commissaria Silvia Costa all'evento "Verso il progetto per Santo Stefano: integrato, partecipato, europeo"

17 settembre 2020

Abbiamo voluto iniziare con una splendida visione dell’ex Carcere e dell’isola di Santo Stefano, realizzato da Invitalia con un drone, sulle stupende note del grande Maestro Ennio Morricone perché sappiamo che siamo accomunati da una vera e propria Mission, affascinante quanto complessa e sfidante.

Saluto e ringrazio il Ministro Provenzano, che insieme al Ministro Franceschini e al Presidente Conte, ha voluto rilanciare il progetto di recupero e di valorizzazione dell’ex Carcere borbonico di Santo Stefano - Ventotene, avviato dal Governo Renzi nel 2016, affidandomi questo impegnativo incarico di Commissario straordinario (Commissaria!).

Lo ringrazio anche per l’aiuto a mantenere le risorse assegnate che mi auguro superino il termine del 2021, se rispetteremo gli impegni presi.

Ringrazio l’assessore Carta e i rappresentanti delle amministrazioni del TIP, gli Assessori, i consiglieri regionali e comunali, le Autorità civili, militari. E tutti voi.

Una Mission, la nostra, che poggia su quattro fondamentali pilastri:

  1. La forte identità e bellezza dell’ex Carcere borbonico, il Panoptikon e l’esigenza di rispettarne l’autenticità di documento architettonico e la cittadella carceraria come un Unicum e un paesaggio ambientale e storico dell’isola da riconoscere e valorizzare e su cui promuovere ricerche (confino per sei donne romane, periodo medioevale).
  1. Il dovere di raccontare alle nuove generazioni la storia di questo ergastolo, lunga quasi duecento anni, come luogo di dolore, espiazione e redenzione, per dirla con Eugenio Perucatti, ma anche di “alti pensieri” e simbolo di lotta per la libertà e la democrazia, per la presenza di ribelli a diversi regimi e di protagonisti del Risorgimento e dell’antifascismo che ispirarono la Costituzione italiana e poi l’idea di Europa nel vicino confino di Ventotene. Ma con la consapevolezza di come siano state sempre intrecciate le vite delle due isole e le storie delle famiglie di Ventotene con la cittadella carceraria, e quindi l’obiettivo di un progetto che rimetta insieme queste due realtà, in un’unica prospettiva di sviluppo, di nuova economia e occupazione, destagionalizzando e diversificando. L’una valore per l’altra.
  1. La grande responsabilità e dovere di recuperare questo patrimonio, come occasione di valorizzazione storico-culturale e ambientale e di rafforzare giuridicamente l’interesse culturale dell’isola (come si sta facendo con la Soprintendente), rispettando la autenticità dell’edificio nel restauro e immaginando un recupero del Bene in una logica di sostenibilità, di soluzioni innovative tecnologoche e infrastrutturali, con un progetto espositivo della storia del Carcere, di Alta formazione di brevi periodi immersive e di residenzialità artistica e di ricercare, di capability building in ambito europeo e euromediterraneo, integrata con l’isola di Ventotene e con l’arcipelago pontino.
  1. Un progetto che deve avere una visione europea ed euromediterranea, come è il mandato del Governo, come ci ha ricordato il Presidente David Sassoli e come dimostra anche la candidatura al Label del patrimonio presentata ieri, nonché la recente  adesione del Sindaco al Manifesto lanciato a Ponza insieme a Prima, alla UPM (che sono qui con noi) e alla rete di soggetti impegnati per un dialogo e la cooperazione tra le sponde nord e sud.

Abbiamo scelto tre parole per dirlo:

Un Progetto integrato, partecipato ed europeo 

Integrato

Perché non è immaginabile un progetto di respiro e che crei nuove opportunità, economia, sviluppo sostenibile ed occupazione senza una forte integrazione, da subito, tra le due isole.

E se così è allora il periodo che abbiamo davanti e che certamente avrà i suoi tempi per realizzare le opere, non deve essere per i Ventotenesi un tempo di attesa ma di grande visione, capacità di proposta ed operosità.

Naturalmente a partire da quanto già esiste e si fa, penso ad esempio alla grande e consolidata attività di campi scuola e didattici, oltre che della ricettività e del turismo, o della agricoltura innovativa e dell’edilizia.

Ma per attrezzarsi in vista di questa nuova Prospettiva è necessario mettere in moto tutte le risorse umane, culturali e imprenditoriali di Ventotene - qui presenti - per preparare una nuova fase di sviluppo che:  qualifichi, destagionalizzi e diversifichi la ricettività   delle due isole, che rafforzi il turismo culturale, artistico e scientifico, che risponda alla nuova domanda che si attiverà (giovani, studenti, artisti, ricercatori,  ma anche training per operatori e competenze dello sviluppo sostenibile in alleanza con altre agenzie formative come la UPM di cui vi parlerà Grammenos Mastrojeni).

Ma per questo occorre fare delle scelte e dei progetti insieme ad altre Amministrazioni, in primis la Regione Lazio e i Ministeri interessati, anche con risorse aggiuntive e con partenariati pubblico /privati.

Ad esempio se si vuole essere competitivi nell’offerta europea ed internazionale di Alta formazione e di residenze per artisti, la prima richiesta è una accoglienza a bassi costi con una offerta di servizi diversificati e una professionalità ed accoglienza specifica.

Serve un salto di qualità nel sistema digitale e nella logistica, nei trasporti sostenibili e nella qualificazione di personale con padronanza linguistica ecc.

Perché non pensare da subito ad un vero e proprio campus a Ventotene con un partenariato pubblico e privato anche coinvolgendo giovani imprenditori?

Ci sarà un fondo dedicato della Cassa DD PP che abbiamo ispirato noi e un indirizzo specifico del Ministero del turismo, mirato all’acquisto anche di alberghi destinandoli a residenzialità per studenti e docenti coinvolti in percorsi di Alta formazione.

 

Partecipato

Ritengo che senza un ascolto e una partecipazione attiva e propositiva della comunità locale ma anche di quella più larga e glocal che rende così speciale e amata l’isola di Ventotene, non nascerà nessun progetto sostenibile e realizzabile.

Per questo ho pensato con il mio staff a questa iniziativa di ascolto reciproco che si colloca in una fase strategica  del mio lavoro, di quello del TIP, insieme a Giampiero Marchesi /Ruc e di Invitalia, come Soggetto attuatore del Progetto.

Lo abbiamo voluto promuovere nella fase ascendente, di elaborazione dello Studio di Fattibilità, già avviato con il documento preliminare di Invitalia aggiornato con le Linee guida predisposte da me e dal mio staff sulla base delle indicazioni del Tavolo istituzionale che presiedo, di consultazioni di istituzioni, centri di ricerca e formazione, possibili partners istituzionali e  tecnologici che ho già avviato e stiamo formalizzando.

Spero che abbiate potuto leggere il report sullo stato di avanzamento del progetto di cui comunque vi dirà Giampiero Marchesi.

E oggi sono qui con noi come interlocutori attenti i   docenti universitari di diverse discipline che ci accompagnano in questa elaborazione.

 

Europeo 

In Europa Ventotene rappresenta una   realtà GLOCAL che è nell’immaginario dei giovani europei, lo avete sentito anche dal presidente Sassoli, ma che come abbiamo detto ieri si deve alimentare con la formazione che già associazioni storiche fanno, con reti europee, con ospitalità alle Università europee, con summit già proposti dal Ministro Franceschini (e qui c’è tra noi G.Provenzano del Dipartimento università formazione e ricerca dell’UPM) con spring e autumn school di intesa con istituzioni EU (Bruges, IEU di Firenze, ecc).

Il progetto per Santo Stefano deve rafforzare questa dimensione europea ed euromediterranea e su questo piano mi sto muovendo. Ringrazio UPM.

Innanzitutto perché rappresenta una storia di un Unicum architettonico, perché il Carcere si legge come un documento perché ha ospitato personaggi che hanno ispirato i principi europei e costituzionali.

L’esperimento di Perucatti ne fa un simbolo non solo italiano.

E anche la realtà di una Area Marina protetta e di una Riserva Naturale, di un Centro europeo ornitologico, aree archeologiche e di istituzioni culturali e di public history.

Deve essere un esempio nella ricerca di soluzioni innovative nell’ambito della sostenibilità e di una governance allargata e che si inquadra perfettamente nel New Green Deal Europeo e nella Agenda 2030 dell’ONU ma anche nella visione della Next generation e del ruolo della formazione della cultura per lo sviluppo.

Il progetto deve guardare non solo all’arcipelago pontino ma ad una alleanza con tutte le piccole isole del Mediterraneo.

La Mission che mi è stata affidata è duplice: di coordinamento delle amministrazioni statali che hanno sottoscritto il CIS e di dare impulso al Progetto ampliando i partners.

In questi mesi ho raccolto importanti manifestazioni di interesse per diverse forme di partenariato tecnologico, istituzionale e associativo culturale scientifico, ma vogliamo andare su forme innovative di rapporto pubblico privato che la legislazione consenta.

Sui tre assi da noi individuati (storico/culturale, ambiente\sostenibilità e dimensione europea e euromediterranea) abbiamo definito i temi dei cinque panels.

Ora la parola a voi e alla mia cara consigliera e amica Cristina LOGLIO che modererà i cinque panels.

Grazie al mio staff

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