Massimo Castaldo, Vicepresidente Parlamento Europeo: “Presto a Santo Stefano una Conferenza di alto livello sulla promozione dei diritti umani”

30 agosto 2021

La Commissaria Silvia Costa: a breve l’avvio di importanti progetti “pilota”

A solo un giorno di distanza dalla visita del Presidente Mattarella a Ventotene, la Commissaria Straordinaria di Governo Silvia Costa si è recata in visita all’ex carcere borbonico di Santo Stefano insieme a Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento Europeo con delega a diritti umani e democrazia, Domenec Ruiz Devesa, Parlamentare europeo e relatore sull’Educazione civica europea, Gerardo Santomauro, Sindaco di Ventotene, Francesco Tufarelli, Direttore Generale Ufficio coordinamento Politiche dell’Unione europea al Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio e a Paolo Cutolo, Direttore della Biblioteca Comunale di Ventotene. 

Durante l’incontro, la Commissaria ha lanciato la proposta di un’alleanza con il Parlamento Europeo attraverso un progetto pilota ispirato ai valori fondanti della democrazia, del rispetto dei diritti umani e dell’educazione civica, in linea con la Costituzione europea.

La proposta è stata subito raccolta da Massimo Castaldo: “Quest’anno, al campus di San Nicolò a Venezia, si è tenuto un grande evento sullo stato dei diritti umani nel mondo. Sarebbe bello, appena ve ne saranno le condizioni, organizzarne uno qui a Santo Stefano, per il forte richiamo che questo luogo simbolico ha. Un sito del genere – ha proseguito il Vicepresidente del PE - si presterebbe in modo eccezionale a questo fine. Farò da trait d’union per portare qui una conferenza di alto livello, che potrà diventare ricorrente, su iniziative di promozione dei diritti umani”.

“Tutto questo si sposa con la visione che sta nascendo: Ventotene e Santo Stefano sono due facce della stessa medaglia. L’Europa non sarebbe Europa senza diritti umani” ha sottolineato Gerardo Santomauro, Sindaco di Ventotene.

La settimana dedicata alla celebrazione dell’80°anniversario del Manifesto prosegue con una serie di importanti appuntamenti politici e culturali, da cui uscirà sempre più rafforzata la dimensione europea di Ventotene e Santo Stefano, mentre il Progetto di recupero dell’ex carcere, in linea con il cronoprogramma, vede a breve l’assegnazione della gara per i lavori di messa in sicurezza (il cui avvio operativo del cantiere è previsto a fine ottobre), mentre è ancora aperto il Concorso Internazionale di progettazione architettonica, lanciato lo scorso 30 giugno da Ventotene.

Focus - Ventotene e Santo Stefano

Un solo comune, due isole situate al confine geografico e storico tra Lazio e Campania, hanno condiviso la destinazione a reclusorio e confino legate anche alla dissidenza politica, alla libertà di pensiero e alla costruzione dei principi democratici e europeisti.

Luogo di esilio coatto già a partire dagli antichi romani, e in seguito bagno penale dei Borbone ed ergastolo del Regno d’Italia, del regime fascista e della Repubblica, Santo Stefano viene scelta alla fine del ‘700 da Francesco IV di Borbone per l’edificazione di una possente struttura detentiva immaginata come un teatro San Carlo rovesciato, per consentire un totale controllo dei galeotti comuni e dei deportati politici, secondo i principi illuministi dei fratelli Bentham, ripresi dall’arch. Francesco Carpi.

Tra i detenuti i Settembrini, padre e figlio, Giuseppe Poerio, Silvio Spaventa, accanto a Fra Diavolo, e poi Gaetano Bresci e Pietro Acciarito, Rocco Pugliese e il bandito Giuseppe Musolino. E, non da ultimi, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia, Umberto Terracini e il futuro presidente della Repubblica, Sandro Pertini, poi confinato a Ventotene, la più grande struttura confinaria del fascismo. Nel 1952, un nuovo direttore, Eugenio Perucatti, sperimentò a Santo Stefano pratiche di recupero dei detenuti alla comunità civile.  L’ergastolo fu chiuso nel 1965 e da allora giace in stato di abbandono.

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