6 settembre 2020

Le murature dell’ex Complesso carcerario sono caratterizzate dalla presenza di estese fratturazioni e lesioni dovute a carichi troppo elevati per l’attuale resistenza dei materiali.
Sono presenti crolli e incipienti meccanismi di crollo delle facciate per incatenamenti in parte crollati e in parte in condizioni tali da renderli non più funzionali.
Sono già crollate alcune volte e altre sono interessate da profonde lesioni.
Il crollo delle volte indebolisce tutta la struttura e può provocare il crollo delle volte inferiori, in una sorta di effetto domino.
Tutte le strutture in ferro hanno perso qualsiasi capacità portante.
Vi sono alcune superfetazioni, come la copertura in calcestruzzo armato del ballatoio dell’ultimo livello di celle, che hanno appesantito i carichi sulla struttura sottostante, causando importanti lesioni.
Lo stato di instabilità degli edifici ha determinato, con ordinanza dei VV.FF., la loro inaccessibilità.
• L’intervento di “messa in sicurezza” è stato considerato assolutamente prioritario e urgente nel programma degli interventi del CIS, per scongiurare la perdita irreparabile del Bene e consentirne l’accesso per le indagini e la predisposizione del Progetto di restauro.
• Un corretto Progetto di recupero e restauro non può prescindere da una esaustiva conoscenza del Bene sul quale si interviene, dalla lettura di tutte le trasformazioni e del patrimonio informativo che racchiude. Per questo è necessaria e prioritaria, una campagna esplorativa multidisciplinare di indagini e rilevazioni.
• Infine, con questo intervento preliminare, si intende eseguire lavori in alcuni locali situati nell’avancorpo centrale (ex Gendarmeria), improntati alla totale conservazione dell’esistente, senza alcun intervento di restauro sulle superfici, per garantirne l’uso durante la fase di progettazione del restauro e riuso del Complesso carcerario, con alcune attività legate agli stessi lavori di restauro.